Negli ultimi anni, l’Italia può vantare solo rari esempi di progetti di ampio respiro, che guardino al lungo periodo. Ciò è vero soprattutto a Roma, da tempo in inesorabile declino. Metrovia rappresenta una felice eccezione, e per questo Orizzonte ha deciso di contribuire attivamente.
Come sarà l’Italia
nel 2050? Come funzioneranno le nostre città tra 30, 50 anni? Saremo riusciti a
vincere la sfida della sostenibilità? Impossibile saperlo, non possiamo leggere
il futuro. Ma possiamo immaginarlo. Possiamo chiederci: Che Italia vogliamo nel
2050? Come vogliamo che funzionino le nostre città tra 30, 50 anni? Come
vogliamo affrontare la sfida della sostenibilità?
Chi scrive
appartiene a quella fascia di popolazione che vive la non facile transizione
tra università e mondo del lavoro. L’impressione – ben fondata –, soprattutto
per noi di quest’età, è che le domande qui sopra elencate il nostro Paese abbia
smesso di porsele, da un po’ di tempo. Raramente ce le facciamo, ancor più
raramente sappiamo dare risposta, in pochissimi casi dalla visione si passa
all’azione.
Se non
noi, chi?
Se il mondo attorno
non si muove, è tempo di farlo da sé. Ed è per questo che nell’autunno 2018 è
nata Orizzonte. Orizzonte è
un’Associazione di Promozione Sociale, fondata da un gruppo di studenti e
studentesse, neolaureati e giovani professionisti. Opera attualmente sul
territorio della Capitale e della provincia e si occupa di sostenibilità, in ogni suo aspetto.
Decliniamo infatti
questo tema su quattro pilastri:
- quello della sostenibilità ambientale e urbana, in nome della lotta al cambiamento climatico e all’inquinamento, della rigenerazione, dell’equità;
- quello della conoscenza e della competenza, perché dall’istruzione e dalla ricerca nascono le soluzioni per una vita migliore per tutti;
- quello del protagonismo sociale dei più giovani, perché la sostenibilità si declina anche a livello inter-generazionale;
- quello dell’empowerment, mettendo in pratica questi valori sviluppando beni e servizi innovativi che possano impattare direttamente sulla vita delle persone – a partire dai beni e servizi pubblici e dal Terzo Settore.
Orizzonte nasce
grazie alla volontà di non rimanere in attesa (di terminare gli studi, di
ottenere un lavoro, di essere coinvolti in un progetto, di trovare un posto nella
società), bensì dalla voglia di creare, di sperimentare, di mettersi in gioco
in prima persona. Di coinvolgere. Di essere noi stessi artefici del nostro
orizzonte. Con l’ambizione di stimolare molti altri – la nostra generazione – a
fare lo stesso.
Se non
qui, dove?
La mancanza di una
prospettiva di lungo periodo è particolarmente avvertibile in un contesto come
quello romano. Roma è ormai da anni preda non solo dell’incapacità di
progettare a lungo termine, ma anche di affrontare e risolvere emergenze di
breve periodo, come quella dei rifiuti. Per non parlare del crescente peso
della criminalità organizzata e, naturalmente, degli endemici deficit sul piano
della mobilità e dei trasporti.
Roma è oggi, più di
ieri, terra di emigrazione. E, ancora una volta, la nostra generazione vive
queste dinamiche sulla propria pelle, come e più di altre.
La Capitale è in
buona parte rappresentativa del Paese tutto, ma rimane lontana dal fermento che
anima alcuni centri nevralgici della penisola. Milano è ormai un hub internazionale
di servizi, ed è probabilmente l’unica città capace di vera progettualità di
ampio respiro. Altre città e territori, tuttavia – da Bologna a Napoli, dal
Veneto alla Puglia –, mostrano segni di vitalità. Roma rimane al passo.
Le idee
che possono muovere le cose
In questo scenario, Metrovia spicca come una felice eccezione. L’idea di progetto per il trasporto pubblico della Città Metropolitana è uno dei rari esempi di volontà e capacità di disegnare e sperimentare soluzioni, con un approccio sistemico, integrato, economicamente sostenibile ed attento ai temi che anche Orizzonte considera una priorità.
Il successo di consensi del PUMS è riconoscimento di tutto questo, a conferma del fatto che le idee di qualità continuano ad avere buone probabilità di emergere. Eppure, spesso, anche i progetti più solidi rischiano di non diventare realtà. È necessario evitare che anche Metrovia corra il rischio di rimanere inascoltata da una classe politica spesso allergica alla strategia, alla visione per il futuro. Timorosa di abbracciare progetti ambiziosi, che vadano al di là della risoluzione delle emergenze di breve.
Me ormai è tardi perché Metrovia possa tornare in un cassetto. Con il PUMS, infatti, si è aperta una nuova fase, in cui sarà la Città tutta ad appropriarsi del progetto, a farlo suo, nei territori, beneficiando dei contributi delle persone, delle famiglie, delle associazioni. Orizzonte ha deciso di salire su questo treno (!), di accompagnare e farsi accompagnare da Metrovia in questo percorso. Per dire cosa vogliamo nel nostro orizzonte, nella Roma del 2030: una rete di metropolitane sotterranee e di superficie, nate dal riuso dei vecchi tracciati. Una Metrovia degna delle città d’Europa che adottano la sostenibilità come loro paradigma.